Si può leggere un classico come se fosse un libro d'avventura?
Quando mi proposero di leggere l'Anabasi di Senofonte (con tanto di testo greco a fronte, lingua a me conosciuta quanto lo swahili ), devo confessare di avere avuto qualche dubbio, poi, seguendo il suggerimento di affiancare alla lettura un atlante storico per seguire passo dopo passo (o quasi) l'epopea dei soldati greci che nel 401 a.C.....
Anabasi: un piccolo riassunto
Nel 401 a.C. diecimila soldati greci seguirono Ciro il Giovane in Persia la cui intenzione era quella di spodestare il fratello Artaserse II dal trono.
Fra i diecimila figurava anche Senofonte, aristocratico cavaliere e filospartano, nonché discepolo di Socrate.
L'impresa di Ciro fallisce con la battaglia di Cunassa (in cui lo stesso Ciro troverà la morte): l'esercito greco entra in una fase di sbandamento poiché non ha nessuno alla guida in quanto tutti gli strateghi sono morti.
Ben presto, però, grazie alla loro disciplina e coraggio si riorganizzano eleggendo nuovi capi fra cui, appunto, Senofonte.
I diecimila iniziano così una lunghissima marcia per ritornare in patria, attraversando tra pericoli e difficoltà (compreso l'avvelenamento da miele tossico dovuto dal nettare di alcuni fiori della famiglia delle Ericacee*) la risalita di parte del Tigri, il Kurdistan e le montagne dell'Armenia, fino ad arrivare alle sponde del Mar Morto e da lì fino in Tracia.
* << in questo paese ci sono molti alveari e quei soldati che hanno mangiato del miele perdono tutti la ragione, vomitano, nessuno ha la forza di tenersi in piedi. Quelli che ne hanno mangiato poco sembrano completamente ubriachi, quelli che ne hanno preso molto sembrano pazzi furiosi o anche moribondi. Così molti restano distesi al suolo come dopo una sconfitta e la costernazione è generale. L’indomani tuttavia nessuno muore e poco a poco tutti alla stessa ora recuperano la ragione. Il terzo giorno e il quarto possono reggersi sulle gambe, come riprendendosi da un avvelenamento >>
Il percorso dei diecimila greci nell'Anabasi (fonte Wikipedia)
Anabasi: la struttura del libro
Tralasciando a quale genere letterario possa appartenere l'Anabasi, per alcuni studiosi si tratta del primo scritto di memorie di genere militare, la sua struttura è composta da sette libri: il primo dei quali è l'Anabasi (la marcia verso l'interno) che darà il nome all'intera opera, i rimanenti sei libri sono dedicati alla Catabasi (marcia verso l'esterno) e Parabasi (marcia lungo la costa).
Il testo dell'Anabasi è giunto a noi attraverso una decina di codici che gli storici dividono in due famiglie: la famiglia c che comprende quattro manoscritti risalenti all'incirca al 1462, la seconda chiamata con la lettera f che comprende un numero maggiori di codici antecedenti alla prima famiglia.
Una curiosità per cinefili
E' stato il mio amico Andrea a farmi ricordare che l'Anabasi è servita come spunto per una pellicola del 1979 e cioè The Warriors (I guerrieri della notte) diretto dal regista Walter Hill.
In effetti il film si basò sul romanzo di Solomon Yurich del 1965, I guerrieri della notte.
Yurich, a sua volta, per la trama del romanzo si era ispirato all'opera di Senofonte.
Quando Michele Cortese, maestro elementare che per propria volontà chiede il trasferimento da Roma a uno sperduto paesino della Val di Sangro, cerca di convincere una coppia di genitori che la scelta del figlio di restare lì dove non c'è futuro, lo fa citando il testo dell'antropologo culturale Tito Levi e il significato della filosofia dietro alla parola restanza.
Ai genitori non resta che mettere in luce le contraddizioni insite in una pura idealizzazione di modello di vita, cioè non bastano quei pochi giorni o periodi di poco più lunghi di vacanza, per comprendere le difficoltà alle quali vanno incontro chi abita i Paesi invisibili
.
Naturalmente avete compreso che il riferimento è ad una scena del bel film Un mondo a parte di Riccardo Milani, magistralmente interpretato da Antonio Albanese e Virginia Raffaele (senza dimenticare gli altri interpreti meritevoli al pari dei protagonisti principali).
Per quanto riguarda il libro di Tito LeviLa restanza, non avendolo ancora letto, mi accontenterò come voi di questa anteprima per decidere su di un possibile acquisto dello stesso.
I paesi invisibili di Anna Rizzo
Diciamolo subito: la professione di antropologa culturale non è per tutti: i sacrifici che bisogna affrontare sul campo riguardano l'isolamento dei luoghi visitati (quei Paesi invisibili del titolo del libro), essere ospitati in case gelide senza riscaldamento (in inverno) e mangiare proverbialmente quello che passa il convento.
Anna Rizzo antropologa culturale
Bastano le prime righe del libro, l'incontro con un'anziana debilitata che vive in una casa oltre il limite di ogni povertà, dove l'odore di urina, feci e putrefazione (parole dell'autrice) travolgono la visitatrice, per far comprendere la passione che bisogna avere per intraprendere la carriera di antropologa culturale.
Tanto più che questo incontro, come tanti altri ancora descritti nel testo non avviene in qualche parte sperduta del Terzo Mondo, ma qui , nella nostra Italia, magari in luoghi semi abbandonati a qualche centinaia di chilometri in linea d'aria dalle metropoli o posti nei quali l'overtourism è un male a cui difficilmente, per interessi economici, si vuole rinunciare.
E' vero: esistono anche paesi rappresentati in maniera a uso e consumo del turista, paesi che fanno da sfondo ai selfie, negozi che vendono paccottiglia a forma di souvenir, luoghi dove la cucina viene spacciata come quella tipica.
Anna Rizzo invece parla di luoghi dove non sembra viverci nessuno eppure, ben 13 milioni di nostri connazionali, vivono.
Tredici milioni di italiani che giorno per giorno devono combattere per avere quello che nel resto del Paese è cosa normale: quindi i servizi, le scuole, un presidio sanitario, una biblioteca, luoghi per la socializzazione.
Con il tempo che avanza questi cittadini continuano a vivere la loro storia di resistenza affinché anche la loro realtà non venga mai dimenticata.
Forse questo è il significato della parola restanza.