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lunedì 11 marzo 2024

"La via dei Tarocchi" di Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa


Per quanto  ne so, Alejandro Jodorowsky non siede più ai  tavoli del  Café La Teneraire di  Parigi offrendosi  di  leggere i Tarocchi, gratuitamente, agli  avventori che desideravano farlo.

Posso  solo  immaginare la delusione di  chi  avrebbe pensato di  avere dei  lumi sul proprio  futuro (cosa da chiromante di Luna Park).

Alejandro Jodorowsky

Per A.J. la lettura dei  Tarocchi è invece uno  strumento per fare riaffiorare tutto  ciò che nelle persone è  nascosto nel profondo  della psiche.

Il tutto  costruendo un mandala che,  come nelle parole di Carl G. Jung, è la rappresentazione della psiche stessa.

Nel  merito il libro si  compone di  quattro  parti e cioè:

- La prima ha lo  scopo di  farci  familiarizzare con la struttura globale dei  Tarocchi e con i riferimenti numerologici e simbolici a essi legati.

- La seconda parte l'autore esamina, uno per uno, gli  Arcani  maggiori  e quelli minori.

- Nella terza parte si  descrive lo  studio  dinamico dei  Tarocchi, il rapporto intercorrente tra una coppia di  carte e le relazioni con altre.

- L'ultima parte è dedicate interamente alla lettura pratica dei  Tarocchi.

 

 Inoltre, Alejandro Jodorowsky, fa riferimento unicamente ai Tarocchi  di  Marsiglia (per cui il complemento  al  testo prevede l'acquisto  di un mazzo di  queste carte), dando  a esse un'interpretazione minuziosa (fin troppo) ma personale, cosa che può differire dal punto  di  vista del  lettore.



mercoledì 17 gennaio 2024

"La polvere del mondo" di Nicolas Bouvier

 


Proviamo  a rileggere la seguente frase che Nicolas Bouvier scrisse nel  suo  capolavoro La polvere del mondo,  e rispondiamo con sincerità se queste parole sono in sintonia con quello  che esprimiamo considerando il concetto  di  viaggio

<<Un viaggio non ha bisogno  di motivi. Non ci  mette nulla a dimostrare che basta a se stesso.

Pensate di  andare a fare un viaggio, ma subito è il viaggio che vi  fa, o vi  disfa...>>

Nicolas Bouvier

Oggi viaggiare è il più delle volte pianificato: preparato  dai  tour operator, vissuto  nei  commenti di  chi prima di noi ha percorso  lo stesso itinerario,  forse visualizzato  su  Google Maps: in poche parole l'antitesi dell'avventura.  

Quindi, per ritrovare il gusto  dell'avventura, andiamo indietro  nel  tempo, diciamo  a settantuno  anni fa, quando nel 1953  un giovane svizzero  di  ventiquattro  anni lascia le agiatezze familiari, i  suoi  studi  di  diritto e di  storia medievale, per mettersi  alla guida di una Fiat Topolino e intraprendere, insieme al  suo  amico Thierry Vernet (che illustrerà con i suoi  disegni La polvere del mondo), un viaggio che lo  condurrà da quella che una volta era la Jugoslavia fino alla Turchia,  da qui  all'Iran e Afghanistan per arrivare ai  confini  con l'India: una lunghissima viandanza tra avventure (e disavventure,  soprattutto meccaniche), accompagnato  sempre dalla meraviglia di nuove scoperte e, tra quelle, l'avvicinarsi  a nuove culture.

 Dunque: perché si  lascia alle spalle il vissuto  di ogni  giorno per affrontare ciò che non ha nulla di programmato?

Ancora una volta è Nicolas Bouvier a dare la risposta attraverso le sue parole:

<< ...ciò che costituisce l'ossatura dell'esistenza non è né la famiglia, né la carriera, né ciò che gli  altri  diranno  o penseranno  di  voi, ma alcuni  istanti  di  questo  tipo, sollevati  da una levitazione ancora più serena di  quella dell'amore, e che la vita distribuisce con una parsimonia a misura del nostro  debole cuore>>.

Per concludere voglio aggiungere che i  confini territoriale degli Anni '50 non sono quelli  di oggi, più difficili da superare considerando che essi sono quelli  dei pregiudizi e della diffidenza dell'uno nell'altro.

Immagine ©caterinAndemme

Una curiosità: l'introduzione alla versione italiana de La polvere del mondo è stata affidata allo  scrittore e giornalista  triestino  Paolo  Rumiz, il quale nel  suo  libro  La leggenda dei monti naviganti scrive di un suo  viaggio dalle Alpi agli  Appennini a bordo  di una Fiat Topolino che per l'occasione venne chiamata Nerina.






sabato 6 gennaio 2024

" Una passeggiata nei boschi" , autore: Bill Bryson

C'è una frase nel libro  di  Bill Bryson che mi accomuna all'autore, e cioè quando  scrive:

<<... ero  sporco, colavo  sudore, ero  stanco morto e abbastanza malmesso da far girare i passanti.

ero  di  nuovo un'escursionista>>.

Immagine ©caterinAndemme

Uhm!... a dire la verità non sono mai  arrivata al punto  che la gente si  girasse incontrandomi ma, per quanto  riguarda stanchezza e sudore (e un po' di sporcizia), la descrizione di  Bryson è veritiera.

Ritornando  al libro, forse solo  sommando  tutti i passi percorsi  nei miei  trekking ed escursioni, potrei  dire di  avere superato l'autore, sennonché lui  si  è cimentato nella famosissima Appalachian Trial : qualcosa come 3400 chilometri  da percorrere, più di quattro  volte il Cammino  di Santiago, quasi  tre volte e mezzo  la Via Francigena.

Inoltre il nostro  eroe (e adesso  vado a spiegarvi  perché lo  considero  tale) lo  ha fatto in compagnia del suo  amico Stephen Katz, senza che entrambi  avessero  esperienza di  trekking e con qualche chilo  (tanti  chili) di  troppo: insomma due veri cittadini!

La descrizione che il libro  da di  quest'avventura è un vero  spasso, anche quando  si parla di  bufere di  neve e di  insetti  famelici (oltre che di  animali  altrettanto  famelici) ma, soprattutto, si parla degli incontri con un'umanità molto  varia.

Insomma, Una passeggiata nei  boschi è un libro che mette buonumore e tanto  desiderio di << sporcarsi, colare sudore per essere di nuovo  un'escursionista>>.

P.S. Una passeggiata nei  boschi è anche un film dl 2015 con il titolo A spasso  nel  bosco, per la regia di Ken Kwapis, con Robert Redford, Nick Nolte ed Emma Thompson.