lunedì 7 ottobre 2024

I Paesi invisibili ovvero quella Italia dimenticata

Quando Michele Cortese, maestro elementare che per propria volontà chiede il trasferimento da Roma a uno  sperduto  paesino  della Val  di  Sangro, cerca di convincere una coppia di  genitori  che la scelta del  figlio  di restare lì dove  non c'è  futuro, lo  fa citando il testo dell'antropologo  culturale Tito Levi e il significato della filosofia dietro  alla parola restanza.

Ai  genitori  non resta che mettere in luce le contraddizioni insite  in una pura idealizzazione di modello  di  vita, cioè non bastano quei  pochi  giorni o periodi  di poco  più lunghi di vacanza, per comprendere le difficoltà alle quali  vanno incontro  chi  abita i Paesi invisibili .

Naturalmente avete compreso  che il riferimento  è ad una scena del  bel  film Un mondo  a parte di Riccardo  Milani, magistralmente interpretato  da Antonio  Albanese e Virginia Raffaele (senza dimenticare gli  altri interpreti meritevoli al pari dei  protagonisti  principali). 


Per quanto  riguarda   il libro  di  Tito Levi La restanza, non avendolo ancora letto, mi  accontenterò come voi di  questa anteprima per decidere su  di un possibile acquisto  dello  stesso.



I paesi invisibili di Anna Rizzo 




Diciamolo  subito: la professione di antropologa culturale non è per tutti: i  sacrifici  che bisogna affrontare sul campo riguardano l'isolamento dei luoghi  visitati  (quei Paesi invisibili del  titolo del libro), essere ospitati in case gelide senza riscaldamento (in inverno) e mangiare proverbialmente quello  che passa il convento.

Anna Rizzo antropologa culturale

Bastano le prime righe del  libro, l'incontro con un'anziana debilitata che vive in una casa oltre il limite di ogni  povertà, dove l'odore di urina, feci  e putrefazione (parole  dell'autrice) travolgono la visitatrice, per far comprendere la passione che bisogna avere per intraprendere la carriera di antropologa culturale.

Tanto più che questo incontro, come tanti  altri  ancora descritti nel  testo   non avviene in qualche parte sperduta del  Terzo  Mondo, ma qui , nella nostra Italia, magari in luoghi semi  abbandonati a qualche centinaia di  chilometri  in linea d'aria dalle metropoli o posti nei  quali  l'overtourism è un male a cui  difficilmente, per interessi  economici, si  vuole rinunciare.

E' vero: esistono  anche paesi rappresentati in maniera a uso  e consumo del  turista, paesi  che fanno  da sfondo ai  selfie, negozi che vendono  paccottiglia a forma di  souvenir, luoghi  dove la cucina viene spacciata come quella tipica.

Anna Rizzo  invece parla di luoghi  dove non sembra viverci  nessuno eppure, ben 13 milioni di nostri  connazionali, vivono.

Tredici  milioni di italiani che giorno  per giorno  devono  combattere per avere quello  che nel  resto  del  Paese è cosa normale: quindi i servizi, le scuole, un presidio  sanitario, una biblioteca, luoghi per la socializzazione.

Con il tempo che avanza questi  cittadini continuano a vivere la loro  storia di  resistenza affinché anche la loro  realtà non venga mai  dimenticata. 

 Forse questo  è il significato  della parola restanza.



   

Nessun commento:

Posta un commento