Si inizia il viaggio in compagnia di H.P. Lovecraft
<< Mi vedo costretto a parlare poiché alcuni uomini di scienza rifiutano di prendere in considerazione i miei suggerimenti senza darsene ragione.
E' del tutto contro la mia volontà che mi accingo a spiegare i motivi per oppormi alla contemplata invasione dell'artico, all'estesa ricerca di fossili, alla trivellazione su larga scala e allo scioglimento di vaste zone della calotta ghiacciata.
Sono anche riluttante a farlo perché i miei ammonimenti potrebbero riuscire vani..>>.
Se a questo incipit non segue un vostro crescente interesse per proseguire la lettura del romanzo lovecraftiano Le montagne della follia, posso comprendervi in quanto l'horror d'antan di Howard Philips Lovecraft potrebbe risultare indigesto per il climax narrativo ridondante, ma comunque coinvolgente, che alcuni critici definiscono come opera rilevante del realismo fantastico - che cosa sia in effetti il realismo fantastico proprio non lo so, anzi, se ne sapete più di me, vi invito a condividere le informazioni con me attraverso un messaggio - dove gli elementi scientifici (molto sviluppati nella scrittura di Lovecraft) si amalgamano con quelli fantastici dei miti di Cthulhu.
Non per nulla in Le montagne della follia viene citato più di una volta il Necronomicon (capofila dei pseudobiblia altra invenzione della fervida fantasia di Lovecraft), senza tralasciare il tributo che l'autore fa a un altro scrittore celebre per la letteratura dell'orrore e cioè Edgard Allan Poe.
Infatti, di quest'ultimo viene più volte citato il romanzo Gordon Pym proprio all'inizio de Le montagne della follia.
Il romanzo, scritto nel 1931, venne pubblicato nel 1937 (un anno prima della morte di Lovecraft) a puntate sulla rivista Astounding Stories, dopo che la pubblicazione del romanzo fu rifiutata da Weird Tales perché giudicato troppo lungo ma, da come si può evidenziare dall'anteprima seguente, altri racconti di HPL vennero pubblicati prima e dopo nella stessa rivista.
Le montagne della follia è ambientato in Antartide dove una spedizione scientifica per puro caso si ritrova a scoprire le vestigia di un'ancestrale civiltà (gli Esseri Antichi) i cui discendenti non sono per nulla amichevoli nei confronti del genere umano: comprendo che tale riassunto è abbastanza restrittivo tanto da suggerirvi di dare un'occhiata a questa anteprima del libro edita su Amazon con la traduzione di Gianni Pilo, profondo conoscitore delle opere di HPL tanto da avere scritto l'edizione dell'opera omnia di Lovecraft prima a cura della casa editrice Fanucci e, in seguito, in quella della Newton & Compton (12 e 5 volumi rispettivamente).
Ritornando a quanto scritto in precedenza, cioè agli elementi scientifici inseriti nel romanzo, è bene ricordare che Lovecraft sin da giovane si era interessato alla chimica e all'astronomia fino a diventare, in età adulta, direttore di rivista scientifiche come The Scientific Gazette e The Rhode Island Journal of Astronomy.
Nel 1945 il critico letterario Edmund Wilson scrisse sulle pagine del New Yorker un articolo sulle opere di Lovecraft dicendo testualmente: "Lovecraft non era un bravo scrittore": io, che non sono una critica letteraria, ma da semplice fan di HPL, dico il contrario e cioè Lovecraft era un bravo scrittore (contestualizzando i suoi racconti nel periodo in cui essi furono ) e che Le montagne della follia è (per mio giudizio) il migliore tra essi.
Il viaggio si conclude sul lago Vostok
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Immagine tratta da Wikipedia |
Come si può vedere dall'immagine soprastante, il lago Vostok è un oceano in miniatura invisibile perché nascosto da una coltre di ghiaccio spessa all'incirca tre chilometri.
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