mercoledì 27 dicembre 2023

Microcosmi di Claudio Magris



Non ho mai letto una descrizione più accurata del gatto, per meglio dire della sua "natura gattesca", come questa che Claudio Magris fa nel suo libro Microcosmi:

<< Il gatto non fa nulla, semplicemente è, come un re.

Sta seduto, accovacciato, sdraiato. 

È persuaso, non attende niente e non dipende da nessuno, si basta.

Il suo tempo è perfetto, si allarga e si stringe come la sua pupilla, concentrico e centripeto, senza precipitare in alcun affannoso stillicidio.

La sua posizione orizzontale ha una sua dignità metafisica generalmente disimparata. Ci si sdraia per riposare, dormire, fare l'amore, sempre per fare qualcosa e rialzarsi subito dopo averla fatta;

Il gatto sta per stare, come ci si stende davanti al mare solo per essere lì, distesi e abbandonati.

È un dio dell'ora, indifferente, irraggiungibile>>.

Naturalmente in "Microcosmi" non è il gatto a essere il protagonista (anche se ho il sospetto che l'autore abbia una certa predilezione per il felino), ma lo sono i luoghi, partendo dal Caffè San Marco di Trieste fino a ritornare in questa città dopo aver narrato altri luoghi con altri personaggi le cui vicende a volte sono lievi, altre tragiche.

"Microcosmi", Premio Strega 1997, ha una lettura che considero forse "più leggera" del precedente Danubio ( Premio Bagutta 1986) che considero il migliore di Claudio Magris, ma questa "leggerezza" non è da interpretare come scrittura mediocre, anzi siamo sempre al cospetto di un'indubbia capacità nel maneggiare le parole che solo scrittori della qualità di Claudio Magris sono capaci..





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