Ammetto senza vergogna di avere avuto una grossa lacuna letteraria nei confronti di Edmondo (Mario Alberto) de Amicis: cioè limitando la sua produzione di opere solo ai suoi libri più famosi partendo da Cuore, quindi Il romanzo di un maestro e Amore e ginnastica.
Edmondo Mario Alberto De Amicis |
Sono riuscita a colmare questa mia mancanza il giorno che, entrando in un punto vendita della mia catena libraia preferita (posso solo dire che il nome inizia con la lettera "L" e termina con la parola "accio"), ho trovato tra gli scaffali questo Memorie mediterranee scoprendo così in E. De Amicis il giornalista-viaggiatore moderno spigliato e, a volte, ironico come, e forse più di tanti altri autori moderni.
I reportage sono talmente vivide nella narrazione (anche se si è scelto giustamente di lasciare il testo con l'uso grammaticale di allora) che sembra di essere accanto all'autore nel momento in cui egli scrive, così si entra nel Museo del Prado di Madrid con E. De Amicis da guida che illustra i quadri di Goya e Velasquez.
Ancora più vivida e cruda è la descrizione di una corrida: qui il sangue versato, i corpi smembrati dei cavalli e il tripudio degli spettatori ogni qualvolta il torero infilza il toro, è talmente forte da sembrare quasi una sequenza tratta da uno dei tanti film splatter.
Il clou del libro si raggiunge con il viaggio a Costantinopoli (Stambul nella versione originale del libro) dove addirittura il premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk afferma che: <<Costantinopoli di Edmondo de Amicis è la migliore opera su Istanbul del XIX secolo>>.
Nessun aspetto della città di allora viene tralasciato: dalla descrizione del Gran Bazar a Galata, dalla cucina agli alberghi, alla religione (Maometto), dagli italiani che lì abitavano insieme a greci ed ebrei, formando un caleidoscopio di popoli e culture che forse (anche senza forse) non troviamo più nella Istanbul odierna.
Ho a core ciò che Edmondo de Amicis scrive alla conclusione del suo viaggio a Costantinopoli:
<< ...chi sa quale sposa italiana del secolo ventunesimo, venendo qui a fare il suo viaggio di nozze, non esclami qualche volta: "Peccato! Peccato che Costantinopoli non sia più come la descrive quel vecchio libro tarlato dell'Ottocento che ritrovai per caso in fondo all'armadio della nonna">>.
Mi sono ripromessa che un giorno andrò a Istanbul (non necessariamente in viaggio di nozze) portando con me Memorie mediterranee come guida, pensando di ascoltare la voce di Edmondo de Amicis al mio fianco.
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