Mi piace cucinare vantando, inoltre, anche una buona percentuale di sopravvissuti tra gli invitati alle mie cene.
Mi piace perché impastare, preparare marmellate, torte salate e pietanze varie (tranne quelle a base di pesce) mi aiuta a rilassarmi e tirarmi su in quei momenti in cui il mio stato d'animo è simile a quello di un paguro.
Immagine © caterinAndemme |
Detto questo, non mi ero mai chiesta cosa accadesse realmente ai cibi durante la loro preparazione e cottura in termini scientifici, in realtà non mi interessava minimamente!
Fintanto che non mi fu regalato La scienza in cucina, ovvero come recita il sottotitolo: << Un piccolo trattato di gastronomia molecolare>>.
Non è un libro di cucina nel senso classico, perché Hervé This non è uno chef stellato, ma bensì un chimico francese padre della cosiddetta gastronomia molecolare.
Così, tra un capitolo e l'altro (impreziositi da divertenti vignette), ho scoperto di come tutti i sensi partecipano affinché un cibo risulti gustoso....o al contrario disgustoso.
Di come un eccessivo consumo di proteine porta alla perdita di calcio e di come consumare frutta e verdura limitano tale perdita.
Di come il vino contenga pigmenti salutari (ahimè, essendo astemia devo rinunciare a essi).
Scoprire che cuocere un uovo al forno, a una temperatura intermedia tra quella della coagulazione dell'albume e del tuorlo, porta a un risultato sorprendente e che la spiegazione in termini scientifici è come fare una tesi sui quanti.
E così via....
L'unico capitolo che ho saltato è stato quello incui si dava la spiegazione del perché un'aragosta bollita diventa rossa: gettare un essere vivente nell'acqua bollente lo trovo orripilante!
Per concludere una piccola mia raccolta di ricette a base di risotti.
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