|
Immagine ©caterinAndemme |
Un quasi prologo
Qualche anno fa mi cimentai nel Tour du Mont Blanc, impresa interrotta dopo qualche tappa per il poco tempo a disposizione e per il maltempo allora incombente.
Enrico Brizzi, decisamente più fortunato, insieme ai suoi amici ha completato il Tour descrivendolo nel suo libro L'estate del Gigante.
Ovviamente il titolo di quest'articolo, riferito ai 4.805 metri di altezza (comunque sempre sotto il cielo) , si riferisce alla cima del Monte Bianco.
Quando si parla di Monte Bianco e dei suoi primi scalatori, sono sempre gli uomini ad essere menzionati: Jacques Balmat e Michel Gabriel Paccard (quest'ultimo poi discriminato da certa stampa di allora fu presto dimenticato) furono i primi ad arrivare in cima l'8 agosto 1786.
Ma le donne?
|
Isabella Straton |
Ebbene la prima ascensione invernale assoluta fu proprio una donna ad effettuarla il 31 gennaio 1876: Isabella Straton ( a dire il vero l'impresa venne compiuta insieme a suo marito Jean Charlet).
|
Marie Paradis |
Andando, però, indietro negli anni e cioè risalendo al 14 luglio 1808 troviamo Marie Paradis (insieme al figlio e a Jacques Balmat) in cima al Monte Bianco: in verità la storia ci racconta di un'ascesa tormentata da parte di Marie che, comunque, in seguito si aggiudicò il soprannome di Marie du Mont Blanc, oltre al ricordo postumo con dedica di una scuola a Saint-Gervais-les-Bains, la passeggiata che costeggia il fiume a Chamonix, una strada a Valence e una a La Roche-sur-Yon, un vicolo ad Annecy, una palestra a Parigi e una a Blainville-sur-Orne.
Per concludere questa rapida carrellata sui personaggi (quasi) dimenticati dalla storia delle ascensioni sul Monte Bianco e per dare anche un motivo di orgoglio ai nostri amici a quattro zampe (ammesso che a loro interessi) il primo cane che mise la propria zampa in cima al Gigante fu quello che accompagnò l'alpinista Michel Belmot il 23 agosto 1837 (non è dato a sapere quanti croccantini si guadagnò il fedele amico dell'uomo).
L'estate del Gigante di Enrico Brizzi
Come nei precedenti libri di Enrico Brizzi, anche qui l'autore nel suo Tour du Mont Blanc è accompagnato dagli amici già visti in altre occasione letterarie.
Sono un gruppo di persone che tra loro si chiamano Buoni cugini e si definiscono Psicoatleti: a dire il vero ad oggi non ho ancora compreso se essi siano personaggi fittizi (come la svalvolata e molto bistrattata Zara di questo libro), oppure reali, ai quali sono stati appiccicate note caratteriali a uso per il racconto.
Sennonché, incuriosita dagli psicoatleti, ho fatto una ricerca in rete (googlare direbbe qualcuno, ma sinceramente tale termine lo trovo alquanto ridicolo) trovando che esiste davvero l'Associazione Psicoatleti e che tale nome compare per la prima volta nel 2004 sul blog di Enrico Brizzi archiviomagnetico (una storia più completa si trova sul libro di Brizzi del 2011 appunto intitolato Psicoatleti).
Sempre sul sito degli Psicoatleti si riferisce che già nel 1861 in Italia, precisamente a Torino, venne fondata la Società Nazionale di Psicoatletica per incentivare il cammino a piedi in quella nazione appena nata, appunto l'Italia.
Oggi l'Associazione Psicoatleti si occupa di organizzare trekking ed ha una propria fanzine con il programma annuale e le modalità di iscrizione (la fanzine è scaricabile in versione pdf da questo link).
L'estate del Gigante non è solo il racconto di un viaggio in quelle che sono definite Terre Alte, ma è anche un viaggio storico che parla di uomini e donne che sfidano ogni dubbio umano per arrivare in cima al Gigante delle Alpi.
Per concludere voglio riportare una frase dell'autore da tenere sempre presente nei momenti di scoramento pe riprendere, poi, subito il nostro Cammino:
<< Nessuno di noi può sapere quanto gli resta da vivere, ma di una cosa sono certo: non una sola stagione deve andare sprecata, e l'unico modo per non lasciare germogliare il seme nero del rimpianto è vivere a questa maniera, con lo zaino sempre pronto, la fantasia libera di correre sulle mappe, il volto abbronzato e il cuore disposto all'amore >>
Nessun commento:
Posta un commento