mercoledì 17 gennaio 2024

"La polvere del mondo" di Nicolas Bouvier

 


Proviamo  a rileggere la seguente frase che Nicolas Bouvier scrisse nel  suo  capolavoro La polvere del mondo,  e rispondiamo con sincerità se queste parole sono in sintonia con quello  che esprimiamo considerando il concetto  di  viaggio

<<Un viaggio non ha bisogno  di motivi. Non ci  mette nulla a dimostrare che basta a se stesso.

Pensate di  andare a fare un viaggio, ma subito è il viaggio che vi  fa, o vi  disfa...>>

Nicolas Bouvier

Oggi viaggiare è il più delle volte pianificato: preparato  dai  tour operator, vissuto  nei  commenti di  chi prima di noi ha percorso  lo stesso itinerario,  forse visualizzato  su  Google Maps: in poche parole l'antitesi dell'avventura.  

Quindi, per ritrovare il gusto  dell'avventura, andiamo indietro  nel  tempo, diciamo  a settantuno  anni fa, quando nel 1953  un giovane svizzero  di  ventiquattro  anni lascia le agiatezze familiari, i  suoi  studi  di  diritto e di  storia medievale, per mettersi  alla guida di una Fiat Topolino e intraprendere, insieme al  suo  amico Thierry Vernet (che illustrerà con i suoi  disegni La polvere del mondo), un viaggio che lo  condurrà da quella che una volta era la Jugoslavia fino alla Turchia,  da qui  all'Iran e Afghanistan per arrivare ai  confini  con l'India: una lunghissima viandanza tra avventure (e disavventure,  soprattutto meccaniche), accompagnato  sempre dalla meraviglia di nuove scoperte e, tra quelle, l'avvicinarsi  a nuove culture.

 Dunque: perché si  lascia alle spalle il vissuto  di ogni  giorno per affrontare ciò che non ha nulla di programmato?

Ancora una volta è Nicolas Bouvier a dare la risposta attraverso le sue parole:

<< ...ciò che costituisce l'ossatura dell'esistenza non è né la famiglia, né la carriera, né ciò che gli  altri  diranno  o penseranno  di  voi, ma alcuni  istanti  di  questo  tipo, sollevati  da una levitazione ancora più serena di  quella dell'amore, e che la vita distribuisce con una parsimonia a misura del nostro  debole cuore>>.

Per concludere voglio aggiungere che i  confini territoriale degli Anni '50 non sono quelli  di oggi, più difficili da superare considerando che essi sono quelli  dei pregiudizi e della diffidenza dell'uno nell'altro.

Immagine ©caterinAndemme

Una curiosità: l'introduzione alla versione italiana de La polvere del mondo è stata affidata allo  scrittore e giornalista  triestino  Paolo  Rumiz, il quale nel  suo  libro  La leggenda dei monti naviganti scrive di un suo  viaggio dalle Alpi agli  Appennini a bordo  di una Fiat Topolino che per l'occasione venne chiamata Nerina.






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