venerdì 29 marzo 2024

L' Airone non vola più

Il primo numero  di  Airone -maggio 1981

 Dopo  più di  quarant'anni  di pubblicazioni, i lettori più affezionati non troveranno più nelle edicole il mensile Airone.

Cairo Editore in una nota del  febbraio  scorso ha sospeso  la pubblicazione di  Airone, insieme ad altre riviste della stessa casa editrice quali Bell'Europa, Antiquariato, For Men e In Viaggio, adducendo  alla decisione un calo  delle vendite negli ultimi  anni, insieme alla contrazione del  mercato pubblicitario e incremento  dei  costi della carta.

Sempre nella nota, Cairo Editore assicura il ricollocamento  degli  esuberi e utilizzo  della formula del prepensionamento.

Una piccola speranza che Airone e le altre riviste  possano un giorno essere di nuovo pubblicate è nella parola sospensione (quindi da leggere come chiusura non definitiva).

In questo  caso è prevedibile che le testate ( o  alcune di  esse) prendano  vita nella forma digitale  legate ad abbonamenti.

Airone in una delle pubblicazioni  più recenti

Per ritornare ad Airone, io  stessa ero un'appassionata lettrice del mensile, fino  a quando, dopo la sua cessione dalla Giorgio  Mondadori  Editore a Cairo Editore, i contenuti editoriali  sono via via cambiati, fino a essere  ben lontani da quella forma divulgativa, in ogni  caso  di  qualità, che ha caratterizzato la rivista nei  suoi primi decenni.

Allora gli  articoli erano scritti da specialisti  di ogni  settore e accompagnati da immagini professionali (la stessa National  Geographic si  era complimentata per esse e per i  contenuti con la rivista) e da illustrazioni  di  artisti  del  calibro  di Marjolein Bastin e Robert Bateman 



venerdì 22 marzo 2024

"La vasca del Führer" di Serena Dandini

Mi piacciono quelle fotografie in bianco  e nero che raccontano  una storia.

A esempio  quella che ritrae una donna mentre si  lava in una vasca da bagno: l'occhio  di  chi  osserva si  sofferma sul viso  della donna, bellissima, poi scorre su  di un paio  di  anfibi  militari sporchi  di  fango  ai  piedi  della vasca.

infine su quel  elemento  che da solo  ci dirà dove ci  troviamo e in che periodo  della storia: una cornice sul bordo  della vasca con dentro  una foto  che ritrae Adolf Hitler.

Siamo  nell'aprile del 1945 a Berlino, precisamente in Prinzregenteplatz, la residenza del  Führer.

Lee Miller Penrose durante la Seconda guerra mondiale

Lei, la protagonista del  libro  di  Serena Dandini La vasca del Führer, è Lee Miller Penrose (Poughkeespie, New York, 23 aprile 1907 - Chiddingky, Regno Unito, 21 luglio 1977).

Per onore di  cronaca bisogna citare l'autore della fotografia e cioè il collega di  Lee Miller: David E. Scherman.

Lee Miller, insieme a Margaret Bouke-White, furono le uniche due donne accreditate presso l'esercito degli  Stati Uniti, durante l'ultimo  conflitto mondiale,  come fotoreporter di  guerra.

Lee Miller pochi  giorni  prima di  quella iconica immagine, dove appare molto stanca, ha fotografato gli orrori dei  campi  di  sterminio di  Dachau  e Buchenwald, lo  ha fatto per un servizio  che verrà pubblicato su  di una rivista che si occupa di  tutt'altra cosa rispetto  alla guerra: Vogue.

la storia della vita di  Lee Miller inizia con un dramma: all'età di  sette anni subisce una violenza sessuale, forse da parte di un amico  di  famiglia (non si è mai  saputo  chi  fosse stato il violentatore).

Ma è, quando diciannovenne, la fortuna le viene incontro in un modo che solo in alcune trame di  film sembra possibile.

Lei  cammina distrattamente per le strade di  Manhattan quando  sta per essere investita da un'automobile: a salvarla ci pensa un passante, non uno  qualunque, è Condé Montrose  Nast, proprietario  e fondatore di  Vogue e Vanity  Fair.

Lui rimane affascinato  dalla figura e bellezza della giovane donna tanto  da proporle di  diventare fotomodella per Vogue.

La prima foto in cui  Lee Miller appare nelle vesti  di  fotomodella risale al 15 marzo 1927,  da quella data in poi la sua carriera vola in un continuo  crescendo.

A parte un piccolo  episodio  accaduto l'anno  dopo, quando una sua foto  a figura intera venne utilizzata per una pubblicità per assorbenti intimi: mai  nessuno, prima di  allora, aveva fatto simile accostamento  che andava contro centri principi di una mentalità bigotta (mentre nell'Italia odierna si  è pensato  di  aumentare l'IVA sugli  assorbenti....scusate la divagazione).

Lei, però, a fare solo  la modella proprio  non ci pensa e quindi  decide di passare dall'altra parte dell'obiettivo recandosi  a Parigi  per diventare allieva di  Man Ray.

Con il tempo  sarà sempre più brava nell'arte fotografica, fino  a diventare, per l'appunto, una fotoreporter di  guerra.

Serena Dandini nel  suo libro La vasca del  Führer è molto  brava a seguire la storia di  Lee Miller nei  luoghi  dove ha vissuto, nei  suoi incontri con personaggi famosi  e nella descrizione di una donna formidabile, un genio libero, che ha saputo  anticipare quelle spinte necessarie affinché alle donne vengano riconosciuti i propri  diritti  nella società.

La vasca del  Führer si  legge come un romanzo, tanto più attraente per il fatto  che raconta una storia vera.


lunedì 11 marzo 2024

"La via dei Tarocchi" di Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa


Per quanto  ne so, Alejandro Jodorowsky non siede più ai  tavoli del  Café La Teneraire di  Parigi offrendosi  di  leggere i Tarocchi, gratuitamente, agli  avventori che desideravano farlo.

Posso  solo  immaginare la delusione di  chi  avrebbe pensato di  avere dei  lumi sul proprio  futuro (cosa da chiromante di Luna Park).

Alejandro Jodorowsky

Per A.J. la lettura dei  Tarocchi è invece uno  strumento per fare riaffiorare tutto  ciò che nelle persone è  nascosto nel profondo  della psiche.

Il tutto  costruendo un mandala che,  come nelle parole di Carl G. Jung, è la rappresentazione della psiche stessa.

Nel  merito il libro si  compone di  quattro  parti e cioè:

- La prima ha lo  scopo di  farci  familiarizzare con la struttura globale dei  Tarocchi e con i riferimenti numerologici e simbolici a essi legati.

- La seconda parte l'autore esamina, uno per uno, gli  Arcani  maggiori  e quelli minori.

- Nella terza parte si  descrive lo  studio  dinamico dei  Tarocchi, il rapporto intercorrente tra una coppia di  carte e le relazioni con altre.

- L'ultima parte è dedicate interamente alla lettura pratica dei  Tarocchi.

 

 Inoltre, Alejandro Jodorowsky, fa riferimento unicamente ai Tarocchi  di  Marsiglia (per cui il complemento  al  testo prevede l'acquisto  di un mazzo di  queste carte), dando  a esse un'interpretazione minuziosa (fin troppo) ma personale, cosa che può differire dal punto  di  vista del  lettore.



giovedì 29 febbraio 2024

"Le storie che non conosci": la lettura nelle note di una canzone

Immagine ©caterinAndemme

 Esistono  canzoni  scritte per i libri,  ma la mia preferita rimane Le storie che non conosci  di  Samuele Bersani.

<< Chi ti dimenticato non si  sa 

se ti ha lasciato o se in realtà

ti sta cercando  ancora nella borsa tra patente e occhiali.

Hai dedica con data se è un regalo.

Un prezzo ben  nascosto dietro un adesivo.

E l'aria di  chi non ha un letto  fisso,

ma si appoggia in giro.

Sarai  mai stato in metropolitana

Su una corriera sudamericana 

in uno zaino pieno  a dondolarti sopra un treno.

Arrotolato nella tasca di un cappotto.

Chiuso  nel  buio  di un cassetto. 

Pagine unte con le briciole addosso

cerchi olimpici di  vino  rosso.

E una formica pietrificata del  secolo  scorso.



Ci  sono  dei  graffiti a coprire un fianco.
Spirali ipnotiche a matita in alto.
E poche righe sopravvissute a un pennarello  giallo.
Sarai  mai stata a rischio  di  bruciarti
O su una mensola ad impolverarti.
E riscoperto  da qualcuno che non ti aspettava
Lo hai  fatto  uscire da un periodo  nero
Uscire fuori ancora intero

Una storia che non conosci
non è mai  di  seconda mano 
E' come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato...>>




lunedì 26 febbraio 2024

"Urbex. La seduzione dell'abbandono" di Valentina Cresta, Simonetta Mazzi, Luciano Rosselli


 Anni  addietro, quando  ancora potevo essere considerata una ragazza (anch'io ho  il vizio  di invecchiare), mi trovavo in Irpinia per un breve giro  esplorativo in questa bella terra del  nostro  Meridione.

Non potevo, quindi, farmi mancare una visita nel  capoluogo  di provincia, cioè Avellino.

Camminando  per il centro  cittadino venni  attratta da un enorme edificio in evidente stato  di  abbandono e circondato  da una recinzione.

Proprio  mentre stavo  sbirciando tra le maglie della rete (in realtà cercavo un varco per entrare), un gentilissimo  custode, vedendomi  armata di  macchina fotografica, mi consentì di  entrare.

L'edificio in questione era l'ex Carcere Borbonico in uso  fino  al 1980 che oggi, dopo  la sua ristrutturazione, è il più importante polo  museale dell'Irpinia.

Allora non sapevo  ancora dell'esistenza dell'Urban exploration ( a volte abbreviato in Urbex), tanto  meno  di  esserne diventata una neo  adepta.

La nascita dell'Urban exploration risale agli  anni '90 e il suo interesse è strettamente legato  alla fotografia (in effetti il libro  che vi  propongo è composto  soprattutto  di immagini).

L'ideatore di questo movimento fu il canadese Jeff Chapman (deceduto  a Toronto  nel 2005), conosciuto in rete con il nickname Ninjalicious.

Jeff Chapman ha comunque dettato  delle regole per esercitare questa passione che si possono  riassumere in questa frase:

<<Take only photographas, leave only footprints>>

Assieme all'invito  di  scattare solo  delle fotografie e di lasciare solo le proprie orme, le altre raccomandazioni  sono  quelle di muoversi in gruppo e di  vestire con indumenti  adeguati (il tacco 12 non è parte di un indumento  adeguato).

E' in ogni  caso  bene ricordare che se un edificio è in uno  stato  di  abbandono lo stesso può essere (e in effetti lo è) proprietà di  qualcuno: la violazione della proprietà privata è punita dall'articolo 614 del nostro  Codice Penale.

P.S. nel  mio  blog che vi  ricordo  essere IL blog di  Caterina) ho  scritto  della mia piccola avventura in Irpinia (postando  alcune immagini) nell'articolo intitolato Urbex, alla ricerca dei luoghi perduti.



sabato 10 febbraio 2024

Picatrix, ovvero "Il fine del saggio"


Premetto  che Picatrix non è un libro  da comodino, quindi  non concilia il sonno, oppure, al contrario, in alcuni può indurlo.

Non è neanche classificabile come uno  pseudobiblia (vedi box seguente) come, per esempio, il Necronomicon invenzione letteraria di  H.P. Lovecraft.


Dunque, cosa è Picatrix?

Il curatore di  questa edizione, Paolo Aldo  Rossi, docente di  Storia del pensiero  scientifico presso  l'Università di  Genova,  spiega che il libro  è la prima traduzione in italiano del  testo integrale in latino (a sua volta tradotto  dall'arabo) dell'opera originale Ghayat al-hakim (in italiano Il fine del  saggio).

Picatrix è il testo più diffuso  nel  campo della magia teorica - cerimoniale nel  medioevo e nell'epoca rinascimentale lo si poteva trovare tra le raccolte dei  maggiori  filosofi: da Pico della Mirandola a Marsilio Ficino, da Leonardo a Campanella

Ovviamente la Chiesa ci  mise ben poco a bollare il Picatrix come un manuale satanico.

Immagine ©caterinAndemme

Pur non essendo un'appassionata di  esoterismo - riconoscendo , però, che sotto la scorza della vita quotidiana scorrono  delle correnti subliminali che arrivano in superficie, ma che il loro  riconoscimento  dipende dalla sensibilità soggettiva - ho  acquistato il libro per la curiosità (e perché il prezzo  di  copertina era ridotto del  cinquanta per cento) verso  la lettura di un testo del pensiero  magico - esoterico.

Adesso  vi lascio perché questa sera ho un invito  al  Sabba e non voglio  sfigurare davanti alle mie sorelle......





lunedì 29 gennaio 2024

"I love shopping" di Sophie Kinsella

 


Leggere I love shopping è come bere un bicchiere di orzata (ammesso  che l'orzata possa piacere): la lettura scorre via veloce, leggera e divertente per una trama per nulla impegnativa: insomma, una lettura da divano, alla luce soffusa di una lampada, magari  sorseggiando un tè (che è meglio  di un'orzata).

Sophie Kinsella

Sophie Kinsella (in realtà il suo  vero nome è Madeleine Wickham), giornalista economica, laureata a Oxford alla facoltà di  Economia e Filosofia, è una delle migliori  scrittrici  specializzata nel  genere Chick Lit: genere letterario sviluppato  in gran Bretagna e USA negli  anni '90 che si  rivolgeva soprattutto al pubblico  di  giovani  donne, single e in carriera.

Immagine ©caterinAndemme

La trama del libro è molto  semplice: Becky Bloomwood, giornalista presso una rivista che si occupa di  economia, ha un vizio: lo shopping compulsivo tanto  da diventare per lei  una malattia (shoppinpatia?), nonché farle accumulare debiti  su  debiti per questo  suo  vizio. 

Il destino, insieme alla sua esperienza di giornalista economica, la porterà a diventare una proto - influencer di  successo.

Ovviamente non mancherà l'amore a coronare la vita di  Becky (il lieto  fine è assicurato).

Nel  2009 per la regia di P.J. Hogan uscì nelle sale il film omonimo tratto  dal libro, con Isla Fisher nel  ruolo  di  Becky Bloomwood: melenso, stupido, in poche parole inguardabile.

P.S. Una mia piccola curiosità: fra voi  uomini vi  è stato  almeno uno  che abbia letto I love shopping?



venerdì 26 gennaio 2024

A proposito delle librerie

 

Immagine © caterinAndemme

Si è vero, in questo  blog si parla soprattutto  di libri: eppure anche le librerie hanno la loro importanza, tanto  da fare preferire una al posto  di un'altra.

Vuoi perché essa è in un edificio  storico, oppure è intimamente accogliente, un luogo  do  ci  si  sente, in un certo  qual modo, coccolati  e protetti dal  brusio  di  sottofondo  (di  solito in una libreria si parla sottovoce).

Ma, soprattutto, attirati dalla cordialità del librai  e dei  commessi.

Senza tralasciare per questo i luoghi  delle nostre città dove trovare le bancarelle dei  libri  usati: vero  terreno  di  caccia di ogni  amante delle edizioni fuori  commercio (a me, per esempio, piace gironzolare tra quelle in piazza Colombo nella mia Genova).

Quali sono le librerie (ma anche le bancarelle) che hanno per voi un fascino  particolare nella vostra città o  borgo?



"Memorie Mediterranee" di Edmondo De Amicis

 


Ammetto senza vergogna di  avere avuto una grossa lacuna letteraria nei  confronti  di  Edmondo  (Mario  Alberto) de Amicis: cioè limitando la sua produzione di opere  solo  ai  suoi  libri più famosi partendo  da Cuore, quindi Il romanzo di un maestro e Amore e ginnastica.

Edmondo  Mario  Alberto  De Amicis

Sono riuscita a colmare questa mia mancanza il giorno che, entrando in un punto  vendita della mia catena libraia preferita (posso  solo  dire che il nome inizia con la lettera "L" e termina con la parola "accio"), ho  trovato tra gli  scaffali questo  Memorie mediterranee scoprendo  così in E. De Amicis il giornalista-viaggiatore moderno spigliato  e, a volte, ironico come,  e forse più di  tanti  altri  autori moderni.

I reportage sono talmente vivide nella narrazione (anche se si  è scelto giustamente di  lasciare il testo con l'uso  grammaticale di  allora) che sembra di  essere accanto all'autore nel  momento in cui  egli  scrive, così si  entra nel  Museo  del  Prado  di  Madrid con E. De Amicis da guida che illustra i  quadri  di  Goya e Velasquez.

Ancora più vivida e cruda è la descrizione di una corrida: qui  il sangue versato, i  corpi  smembrati dei  cavalli  e il tripudio degli  spettatori ogni  qualvolta il torero  infilza il toro, è talmente forte da sembrare quasi una sequenza tratta da uno dei  tanti film splatter.

Il clou del libro si  raggiunge con il viaggio  a Costantinopoli (Stambul nella versione originale del libro) dove addirittura il premio Nobel  per la letteratura Orhan Pamuk afferma che: <<Costantinopoli di  Edmondo  de Amicis è la migliore opera su  Istanbul del XIX secolo>>. 

Nessun aspetto  della città  di  allora viene tralasciato: dalla descrizione del  Gran Bazar a Galata, dalla cucina agli  alberghi, alla religione (Maometto), dagli  italiani  che lì abitavano insieme a greci ed ebrei,  formando un caleidoscopio di popoli e culture che forse (anche senza forse) non troviamo più nella Istanbul odierna.

Ho  a core ciò che Edmondo  de Amicis scrive alla conclusione del  suo  viaggio  a Costantinopoli:

<< ...chi  sa quale sposa italiana del secolo  ventunesimo, venendo  qui  a fare il suo  viaggio  di nozze, non esclami qualche volta: "Peccato! Peccato che Costantinopoli non sia più come la descrive quel  vecchio  libro tarlato dell'Ottocento che ritrovai  per caso in fondo  all'armadio  della nonna">>.

Mi sono ripromessa che un giorno andrò a Istanbul (non necessariamente in viaggio  di nozze) portando  con me Memorie mediterranee come guida, pensando di  ascoltare la voce di Edmondo de Amicis al  mio  fianco.




lunedì 22 gennaio 2024

"La scienza in cucina" di Hervé This

 


Mi piace cucinare vantando, inoltre, anche una buona percentuale di  sopravvissuti tra gli invitati alle mie cene.

Mi piace perché impastare, preparare marmellate, torte salate e pietanze varie (tranne quelle a base di pesce) mi aiuta a rilassarmi e tirarmi  su in quei  momenti in cui  il  mio  stato  d'animo è simile a quello  di un paguro.

Immagine © caterinAndemme


Detto  questo, non mi ero  mai  chiesta cosa accadesse realmente ai  cibi  durante la loro  preparazione  e cottura in termini  scientifici, in realtà non mi interessava minimamente!

Fintanto  che non mi  fu regalato La scienza in cucina, ovvero come recita il sottotitolo: << Un piccolo  trattato  di gastronomia molecolare>>. 

Non è un libro  di  cucina nel  senso  classico, perché Hervé This non è uno  chef stellato, ma bensì un chimico  francese padre della cosiddetta gastronomia molecolare.

Così, tra un capitolo  e l'altro (impreziositi da divertenti  vignette), ho scoperto  di  come tutti i sensi partecipano  affinché un cibo  risulti  gustoso....o  al  contrario  disgustoso.

Di  come un eccessivo  consumo di proteine porta alla perdita di  calcio e di  come consumare frutta e verdura limitano  tale perdita.

Di  come il vino contenga pigmenti  salutari (ahimè, essendo  astemia devo  rinunciare a essi).

Scoprire che cuocere un uovo  al  forno, a una temperatura intermedia tra quella della coagulazione dell'albume e del  tuorlo, porta a un risultato  sorprendente e che la spiegazione in termini  scientifici  è come fare una tesi  sui  quanti.

E così via....

L'unico  capitolo  che ho  saltato è stato  quello incui si  dava la spiegazione del perché un'aragosta bollita diventa rossa: gettare un essere vivente nell'acqua bollente lo trovo orripilante!

Per concludere una piccola mia raccolta di  ricette a base di  risotti.