giovedì 29 febbraio 2024

"Le storie che non conosci": la lettura nelle note di una canzone

Immagine ©caterinAndemme

 Esistono  canzoni  scritte per i libri,  ma la mia preferita rimane Le storie che non conosci  di  Samuele Bersani.

<< Chi ti dimenticato non si  sa 

se ti ha lasciato o se in realtà

ti sta cercando  ancora nella borsa tra patente e occhiali.

Hai dedica con data se è un regalo.

Un prezzo ben  nascosto dietro un adesivo.

E l'aria di  chi non ha un letto  fisso,

ma si appoggia in giro.

Sarai  mai stato in metropolitana

Su una corriera sudamericana 

in uno zaino pieno  a dondolarti sopra un treno.

Arrotolato nella tasca di un cappotto.

Chiuso  nel  buio  di un cassetto. 

Pagine unte con le briciole addosso

cerchi olimpici di  vino  rosso.

E una formica pietrificata del  secolo  scorso.



Ci  sono  dei  graffiti a coprire un fianco.
Spirali ipnotiche a matita in alto.
E poche righe sopravvissute a un pennarello  giallo.
Sarai  mai stata a rischio  di  bruciarti
O su una mensola ad impolverarti.
E riscoperto  da qualcuno che non ti aspettava
Lo hai  fatto  uscire da un periodo  nero
Uscire fuori ancora intero

Una storia che non conosci
non è mai  di  seconda mano 
E' come un viaggio improvvisato
a chilometraggio illimitato...>>




lunedì 26 febbraio 2024

"Urbex. La seduzione dell'abbandono" di Valentina Cresta, Simonetta Mazzi, Luciano Rosselli


 Anni  addietro, quando  ancora potevo essere considerata una ragazza (anch'io ho  il vizio  di invecchiare), mi trovavo in Irpinia per un breve giro  esplorativo in questa bella terra del  nostro  Meridione.

Non potevo, quindi, farmi mancare una visita nel  capoluogo  di provincia, cioè Avellino.

Camminando  per il centro  cittadino venni  attratta da un enorme edificio in evidente stato  di  abbandono e circondato  da una recinzione.

Proprio  mentre stavo  sbirciando tra le maglie della rete (in realtà cercavo un varco per entrare), un gentilissimo  custode, vedendomi  armata di  macchina fotografica, mi consentì di  entrare.

L'edificio in questione era l'ex Carcere Borbonico in uso  fino  al 1980 che oggi, dopo  la sua ristrutturazione, è il più importante polo  museale dell'Irpinia.

Allora non sapevo  ancora dell'esistenza dell'Urban exploration ( a volte abbreviato in Urbex), tanto  meno  di  esserne diventata una neo  adepta.

La nascita dell'Urban exploration risale agli  anni '90 e il suo interesse è strettamente legato  alla fotografia (in effetti il libro  che vi  propongo è composto  soprattutto  di immagini).

L'ideatore di questo movimento fu il canadese Jeff Chapman (deceduto  a Toronto  nel 2005), conosciuto in rete con il nickname Ninjalicious.

Jeff Chapman ha comunque dettato  delle regole per esercitare questa passione che si possono  riassumere in questa frase:

<<Take only photographas, leave only footprints>>

Assieme all'invito  di  scattare solo  delle fotografie e di lasciare solo le proprie orme, le altre raccomandazioni  sono  quelle di muoversi in gruppo e di  vestire con indumenti  adeguati (il tacco 12 non è parte di un indumento  adeguato).

E' in ogni  caso  bene ricordare che se un edificio è in uno  stato  di  abbandono lo stesso può essere (e in effetti lo è) proprietà di  qualcuno: la violazione della proprietà privata è punita dall'articolo 614 del nostro  Codice Penale.

P.S. nel  mio  blog che vi  ricordo  essere IL blog di  Caterina) ho  scritto  della mia piccola avventura in Irpinia (postando  alcune immagini) nell'articolo intitolato Urbex, alla ricerca dei luoghi perduti.



lunedì 19 febbraio 2024

Il codice Grolier

Una pagina del  Codice Grolier

Il ritrovamento  negli  anni '60 di un manoscritto in lingua maya risalente al  periodo  preispanico, sarebbe degno per la trama di un ennesimo  film incentrato  sulla figura dell'archeologo avventuriero Indiana Jones (dubito che Harrison Ford, considerando  anche l'età, voglia impersonare ancora l'intramontabile Indiana Jones).  

Il manoscritto, infatti, venne rinvenuto   da alcuni  tombaroli in una grotta dello  stato  messicano dello  Chiapas e venduto  nel 1965 al  collezionista Josué Sàenz, e infine, nel 1971, esposto  al Grolier Club di  New York ( da qui  si comprende il perché del  nome  Codice Grolier).


Pagina del  Codice Parigi 


una volta che fu  accertata la sua autenticità risultò  essere il più antico  codice in lingua maya tra quelli conosciuti e cioè: Il Codice di  Madrid, il Codice di  Dresda e il Codice di  Parigi ( i nomi  si  riferiscono alle città dove sono  custoditi i codici)

A questo punto è bene ricordare che i  Maya pur non avendo prodotto molti  documenti  scritti, hanno  utilizzato  come supporto per la scrittura materiale organico (a esempio cortecce vegetali) che nel  tempo  venivano  deteriorate dal  clima umido dell'America Centrale, per non parlare poi  della distruzione avvenuta per mano  dei  conquistadores.

Ritornando  al Codice Grolier, esso è composto da dieci  pagine contenenti  geroglifici Maya rappresentanti raffigurazioni  di  divinità e un calendario  con gli  spostamenti  di  Venere che ricopre un arco  di tempo  di 104 anni ( Venere è un pianeta molto  importante per i  Maya per stabilire la data di eventi di  carattere religioso).


L'autenticità del  Codice Grolier è stata stabilita dopo  attente analisi al  radiocarbonio  che hanno  confermato la data risalente al primo  periodo  post-classico (900 -1200 d.C.) e che le divinità raffigurate nelle immagini non erano  ancora state catalogate al momento  della scoperta.

Una curiosità: un particolare pigmento presente nei  fogli e chiamato  Maya blu, è stato  sintetizzato in laboratorio  solo dopo il 1980.


sabato 10 febbraio 2024

Picatrix, ovvero "Il fine del saggio"


Premetto  che Picatrix non è un libro  da comodino, quindi  non concilia il sonno, oppure, al contrario, in alcuni può indurlo.

Non è neanche classificabile come uno  pseudobiblia (vedi box seguente) come, per esempio, il Necronomicon invenzione letteraria di  H.P. Lovecraft.


Dunque, cosa è Picatrix?

Il curatore di  questa edizione, Paolo Aldo  Rossi, docente di  Storia del pensiero  scientifico presso  l'Università di  Genova,  spiega che il libro  è la prima traduzione in italiano del  testo integrale in latino (a sua volta tradotto  dall'arabo) dell'opera originale Ghayat al-hakim (in italiano Il fine del  saggio).

Picatrix è il testo più diffuso  nel  campo della magia teorica - cerimoniale nel  medioevo e nell'epoca rinascimentale lo si poteva trovare tra le raccolte dei  maggiori  filosofi: da Pico della Mirandola a Marsilio Ficino, da Leonardo a Campanella

Ovviamente la Chiesa ci  mise ben poco a bollare il Picatrix come un manuale satanico.

Immagine ©caterinAndemme

Pur non essendo un'appassionata di  esoterismo - riconoscendo , però, che sotto la scorza della vita quotidiana scorrono  delle correnti subliminali che arrivano in superficie, ma che il loro  riconoscimento  dipende dalla sensibilità soggettiva - ho  acquistato il libro per la curiosità (e perché il prezzo  di  copertina era ridotto del  cinquanta per cento) verso  la lettura di un testo del pensiero  magico - esoterico.

Adesso  vi lascio perché questa sera ho un invito  al  Sabba e non voglio  sfigurare davanti alle mie sorelle......





lunedì 5 febbraio 2024

A proposito della fantascienza

 


Quando  i lettori  statunitensi  lessero nel  1984 La guerra dei  quaranta minuti (in originale The Forty-Minute War), non avrebbero  mai immaginato che diciassette anni  dopo - precisamente la data che resterà indelebile nella memoria è l'11 settembre 2001 - la tragedia dell'attacco  terroristico alle Twin Towers avrebbe superato ogni  fantasia.

La trama del libro, infatti, è quella di un attacco  terroristico da parte della Jihad, perpetrato facendo schiantare un Jumbo Jet con una testata nucleare sulla Casa Bianca. In seguito una fatale ed erronea rappresaglia cambierà i destini delle nazioni.

Janet Morris

Il romanzo  viene attribuito a entrambi i coniugi Morris ma, in effetti, è Janet Morris: nata il 25 maggio  1946 a Boston è una cantautrice, suona il contrabbasso ed è autrice di  diversi  racconti  di  fantascienza e altri  di ambientazione storica. 

Del  marito  Chris non si  nulla, solo  che ha divorziato  dalla moglie nel 1975, quindi  prima dell'uscita de La guerra dei  quaranta minuti.

Il romanzo  appartiene alla pregevole collana Urania ed è reperibile unicamente tra le bancarelle dei  libri  usati.

Diciamo che questa scarna recensione (che in effetti  recensione non è) è solo  da parte mia un pretesto per parlare di  questo  genere letterario, la fantascienza (o science-fiction se vogliamo  essere modaioli e usare termini in inglese) della quale sono un'accanita lettrice.



Luce d'Eramo

Il perché di  questa mia passione si  riflette nelle parole della scrittrice Luce d'Eramo

<< La fantascienza è dunque una corrente letteraria d'avanguardia che,  come tutto  ciò che innova, ha i suoi  balzi in avanti e le sue ricadute, le sue opere superbamente audaci e le sue opere di  second'ordine meccaniche le quali dimenticano che la fantascienza è innanzitutto una prospettiva, una sorte di leva cosmica della realtà in cui  viviamo...>> 



martedì 30 gennaio 2024

Hsi Yuan Chi Lu: la scienza forense in un antico testo cinese

 

Immagine ©caterinAndemme

Dimenticatevi  CSI dove si  arriva alla soluzione di un delitto  partendo  da un'esile traccia e dall'aiuto  della tecnologia: in questo  caso  tutto è più facile se dietro  vi sono una regia e una sceneggiatura.

Nella realtà le indagini  condotte attraverso i metodi  della scienza forense sono molto più complesse di  quelle della finzione cinematografica, ma non per questo prive di un certo loro  fascino dovuto a risultati  di  studi e aggiornamenti tecnologici sviluppati nel corso  di  decenni.

Dal punto  di  vista strettamente giuridico  si  può dire che già nell'antica Roma sia l'imputato, sia la persona ricoprente il ruolo  di  pubblico  ministero, dovevano presentare entrambi  le prove ai  fini  di  un'assoluzione o  di una condanna.

E' ovvio  che nei  tempi  di  allora non era possibile stabilire l'innocenza o la colpevolezza di un individuo su  basi  scientifiche, bisogna aspettare fino  al 1247 quando in Cina verrà stampato  quello  che è considerato il più antico  testo  di  medicina forense: Hsi Yuan Chi Lu (Sul lavare via i torti  e le accuse ingiuste).


L'autore non è un medico, bensì un giudice: Sung Tzu (da non confondere con il generale e filosofo Sun Tzu  autore de L'arte della guerra vissuto in Cina tra il VI e il V secolo  a.C.).

La sua opera, ristampata fino a quasi l'inizio  degli  anni '50 del  secolo scorso, redige una vera e propria guida per aiutare i funzionari chiamati a indagare sui  delitti.

A esempio  Sung Tzu disquisisce sull'esame delle ossa umane:


Più macabro, ma pur sempre importante nell'analisi del  ritrovamento  di un corpo, è la descrizione di  esso in rapporto al  tempo  trascorso  dal  decesso:  


A questo punto  tralascio la descrizione di un cadavere nelle stagioni  di inverno  e autunno....



lunedì 29 gennaio 2024

"I love shopping" di Sophie Kinsella

 


Leggere I love shopping è come bere un bicchiere di orzata (ammesso  che l'orzata possa piacere): la lettura scorre via veloce, leggera e divertente per una trama per nulla impegnativa: insomma, una lettura da divano, alla luce soffusa di una lampada, magari  sorseggiando un tè (che è meglio  di un'orzata).

Sophie Kinsella

Sophie Kinsella (in realtà il suo  vero nome è Madeleine Wickham), giornalista economica, laureata a Oxford alla facoltà di  Economia e Filosofia, è una delle migliori  scrittrici  specializzata nel  genere Chick Lit: genere letterario sviluppato  in gran Bretagna e USA negli  anni '90 che si  rivolgeva soprattutto al pubblico  di  giovani  donne, single e in carriera.

Immagine ©caterinAndemme

La trama del libro è molto  semplice: Becky Bloomwood, giornalista presso una rivista che si occupa di  economia, ha un vizio: lo shopping compulsivo tanto  da diventare per lei  una malattia (shoppinpatia?), nonché farle accumulare debiti  su  debiti per questo  suo  vizio. 

Il destino, insieme alla sua esperienza di giornalista economica, la porterà a diventare una proto - influencer di  successo.

Ovviamente non mancherà l'amore a coronare la vita di  Becky (il lieto  fine è assicurato).

Nel  2009 per la regia di P.J. Hogan uscì nelle sale il film omonimo tratto  dal libro, con Isla Fisher nel  ruolo  di  Becky Bloomwood: melenso, stupido, in poche parole inguardabile.

P.S. Una mia piccola curiosità: fra voi  uomini vi  è stato  almeno uno  che abbia letto I love shopping?



venerdì 26 gennaio 2024

A proposito delle librerie

 

Immagine © caterinAndemme

Si è vero, in questo  blog si parla soprattutto  di libri: eppure anche le librerie hanno la loro importanza, tanto  da fare preferire una al posto  di un'altra.

Vuoi perché essa è in un edificio  storico, oppure è intimamente accogliente, un luogo  do  ci  si  sente, in un certo  qual modo, coccolati  e protetti dal  brusio  di  sottofondo  (di  solito in una libreria si parla sottovoce).

Ma, soprattutto, attirati dalla cordialità del librai  e dei  commessi.

Senza tralasciare per questo i luoghi  delle nostre città dove trovare le bancarelle dei  libri  usati: vero  terreno  di  caccia di ogni  amante delle edizioni fuori  commercio (a me, per esempio, piace gironzolare tra quelle in piazza Colombo nella mia Genova).

Quali sono le librerie (ma anche le bancarelle) che hanno per voi un fascino  particolare nella vostra città o  borgo?



"Memorie Mediterranee" di Edmondo De Amicis

 


Ammetto senza vergogna di  avere avuto una grossa lacuna letteraria nei  confronti  di  Edmondo  (Mario  Alberto) de Amicis: cioè limitando la sua produzione di opere  solo  ai  suoi  libri più famosi partendo  da Cuore, quindi Il romanzo di un maestro e Amore e ginnastica.

Edmondo  Mario  Alberto  De Amicis

Sono riuscita a colmare questa mia mancanza il giorno che, entrando in un punto  vendita della mia catena libraia preferita (posso  solo  dire che il nome inizia con la lettera "L" e termina con la parola "accio"), ho  trovato tra gli  scaffali questo  Memorie mediterranee scoprendo  così in E. De Amicis il giornalista-viaggiatore moderno spigliato  e, a volte, ironico come,  e forse più di  tanti  altri  autori moderni.

I reportage sono talmente vivide nella narrazione (anche se si  è scelto giustamente di  lasciare il testo con l'uso  grammaticale di  allora) che sembra di  essere accanto all'autore nel  momento in cui  egli  scrive, così si  entra nel  Museo  del  Prado  di  Madrid con E. De Amicis da guida che illustra i  quadri  di  Goya e Velasquez.

Ancora più vivida e cruda è la descrizione di una corrida: qui  il sangue versato, i  corpi  smembrati dei  cavalli  e il tripudio degli  spettatori ogni  qualvolta il torero  infilza il toro, è talmente forte da sembrare quasi una sequenza tratta da uno dei  tanti film splatter.

Il clou del libro si  raggiunge con il viaggio  a Costantinopoli (Stambul nella versione originale del libro) dove addirittura il premio Nobel  per la letteratura Orhan Pamuk afferma che: <<Costantinopoli di  Edmondo  de Amicis è la migliore opera su  Istanbul del XIX secolo>>. 

Nessun aspetto  della città  di  allora viene tralasciato: dalla descrizione del  Gran Bazar a Galata, dalla cucina agli  alberghi, alla religione (Maometto), dagli  italiani  che lì abitavano insieme a greci ed ebrei,  formando un caleidoscopio di popoli e culture che forse (anche senza forse) non troviamo più nella Istanbul odierna.

Ho  a core ciò che Edmondo  de Amicis scrive alla conclusione del  suo  viaggio  a Costantinopoli:

<< ...chi  sa quale sposa italiana del secolo  ventunesimo, venendo  qui  a fare il suo  viaggio  di nozze, non esclami qualche volta: "Peccato! Peccato che Costantinopoli non sia più come la descrive quel  vecchio  libro tarlato dell'Ottocento che ritrovai  per caso in fondo  all'armadio  della nonna">>.

Mi sono ripromessa che un giorno andrò a Istanbul (non necessariamente in viaggio  di nozze) portando  con me Memorie mediterranee come guida, pensando di  ascoltare la voce di Edmondo de Amicis al  mio  fianco.




lunedì 22 gennaio 2024

"La scienza in cucina" di Hervé This

 


Mi piace cucinare vantando, inoltre, anche una buona percentuale di  sopravvissuti tra gli invitati alle mie cene.

Mi piace perché impastare, preparare marmellate, torte salate e pietanze varie (tranne quelle a base di pesce) mi aiuta a rilassarmi e tirarmi  su in quei  momenti in cui  il  mio  stato  d'animo è simile a quello  di un paguro.

Immagine © caterinAndemme


Detto  questo, non mi ero  mai  chiesta cosa accadesse realmente ai  cibi  durante la loro  preparazione  e cottura in termini  scientifici, in realtà non mi interessava minimamente!

Fintanto  che non mi  fu regalato La scienza in cucina, ovvero come recita il sottotitolo: << Un piccolo  trattato  di gastronomia molecolare>>. 

Non è un libro  di  cucina nel  senso  classico, perché Hervé This non è uno  chef stellato, ma bensì un chimico  francese padre della cosiddetta gastronomia molecolare.

Così, tra un capitolo  e l'altro (impreziositi da divertenti  vignette), ho scoperto  di  come tutti i sensi partecipano  affinché un cibo  risulti  gustoso....o  al  contrario  disgustoso.

Di  come un eccessivo  consumo di proteine porta alla perdita di  calcio e di  come consumare frutta e verdura limitano  tale perdita.

Di  come il vino contenga pigmenti  salutari (ahimè, essendo  astemia devo  rinunciare a essi).

Scoprire che cuocere un uovo  al  forno, a una temperatura intermedia tra quella della coagulazione dell'albume e del  tuorlo, porta a un risultato  sorprendente e che la spiegazione in termini  scientifici  è come fare una tesi  sui  quanti.

E così via....

L'unico  capitolo  che ho  saltato è stato  quello incui si  dava la spiegazione del perché un'aragosta bollita diventa rossa: gettare un essere vivente nell'acqua bollente lo trovo orripilante!

Per concludere una piccola mia raccolta di  ricette a base di  risotti.